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Défense des enfants international
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STORIA DEI DIRITTI DEL BAMBINO

Introduzione

Nel corso dei secoli, lo sviluppo della percezione dell'infanzia ha subíto delle fluttuazioni. A causa della forte mortalità infantile e malgrado la sua vulnerabilità, il bambino non è sempre stato oggetto di trattamenti particolari nelle differenti società. Solamente nel corso degli ultimi secoli il posto occupato dal bambino ha evoltuto. Lo sguardo portato su di lui ha cambiato e si può parlare di nascita di un sentimento moderno dell'infanzia. L'attenzione portata al benessere, alla protezione, poi allo statuto stesso del bambino non è d'attualità che da qualche decennio.
Questi rapidi cenni storici portano sulla percezione dell'infanzia e del destino dei bambini in Europa dall'Antichità ai giorni nostri.



Nell'antichità

I Galli avevano il diritto di vita o di morte sui loro figli, mentre che nell'India antica erano coccolati dai loro genitori e non subivano nessuna costrizione.



Nell'Egitto antico

Una famiglia numerosa è considerata come un regalo degli Dei ma, a partire da quando cammina, un bambino deve rendere dei servizi e lavorare.



Nel diritto romano

Il padre è onnipotente e si presume che agisca solo nel bene dei suoi figli. Ha il diritto di vita o di morte sui suoi propri figli. La potenza paterna del pater familias influenzerà il diritto occidentale fino ai nostri giorni. L'età della fine dell'«infantia» è di 7 anni.



Nel medioevo

La condizione dei bambini non cambia molto. Possono essere venduti e comperati. La mortalità infantile è inaudita. I rari bambini privilegiati che possono frequentare le scuole o che possono beneficiare di precettori ricevono un'educazione fortemente influenzata dalla morale della Chiesa.



Nel Rinascimento

Si assiste ad una esplosione pedagogica. Con Rabelais e Montaigne, la formazione dell'essere umano si trova al centro delle preoccupazioni. Ciò lancia il grande movimento pedagogico che culmina oggigiorno. Si inizia cosí la lenta revisione dello statuto morale e sociale dell'infanzia.



Nel XVII secolo

Il padre è sempre onnipotente. Può domandare l'incarcerazione del suo proprio figlio senza dare alcuna giustificazione. Molte tradizioni sono rimesse in discussione : la presenza permanente della madre, l'utilità dell'allattamento materno, la necessità di un ambiente familiare continuo e prolungato, etc.



Nel XVIII secolo

L’infanzia è un periodo encora molto corto. Già da piccoli, i bambni partecipano alle guerre e lavorano fuori di casa. Jean-Jacques Rousseau comincia a considerare il bambino come una persona che ha il suo proprio valore e a definirne i bisogni. Le differenze tra maschi e femmine sono ben presenti. La Rivoluzione francese del 1789 segna l'inizio di una nuova era con la “Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino”. Si può cominciare a notare l'interesse dello Stato per il bambino come pure una certa evoluzione delle mentalità che tende a considerarlo come una persona.



Nel XIX secolo

Il Codice civile napoleonico

Come in tanti altri ambiti, la generosità dello slancio rivoluzionario, che considerava che l'ideologia delle “Lumières” permetteva dei progressi tangibili, è rotta dal regime autoritario napoleonico. Per l'infanzia, il “Codice Napoleone” –base giuridica per numerosi paesi occidentali- ristabilisce l'onnipotenza paterna cara al Codice Romano. Il padre ha il diritto di punire. Può esigere da un giudice l'incarcerazione del suo prorio figlio di meno di 16 anni. L'avvento dell'industria rende frequenti gli abusi sui bambini a cui si esige obbedienza e produttività. L'età minima per il lavoro passa pregressivamente da 6 a 12, a 14 ed infine a 16 anni.



Nel XX secolo

1913

Si prevede un'Associazione internazionale per la protezione dell'infanzia, però la prima guerra mondiale ritarda la sua creazione. Non è che nel 1921 che verrà il giorno a Bruxelles.

1920

Sotto gli auspici della Croce-Rossa a Ginevra, si crea l’”Unione Internazionale di Soccorso ai bambini”, per prevedere delle misure speciali di protezione in periodo di guerra.

1924

Grazie all'iniziativa del britannico Eglantine Jeeb, una Dichiarazione in 5 punti dei diritti del bambino chiamata “Dichiarazione di Ginevra” è votata dalla Società delle Nazioni a Ginevra.

1945

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è creata il 24 octobre, per salvaguardare la pace e la sicurezza internazionale e per instituire tra le nazioni una cooperazione economica, sociale e culturale. Il suo seggio è a New York.

1946

La “Dichiarazione di Ginevra” diventa la “Carta dell'Unione Internazionale della Protezione dell'Infanzia” (UIPE) che nasce dalla fusione delle due associazioni apparse nel 1920 e 1921. Dal canto suo, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) crea un fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia : l’UNICEF (United Nations International Children’s Emergency Fund) il cui ruolo principale è di apportare aiuto ai bambini europei dei paesi devastati dalla seconda guerra mondiale.

1948

La “Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo” è adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Proclama i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali dell'umanità. La “Dichiarazione di Ginevra” del 1924 è leggermente modificata per mettere l'accento sulla protezione della fanciullezza.

1950

La “Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali”, stabilita dal Consiglio dell'Europa, è firmata a Roma il 4 novembre. Ha come scopo d'organizzare una garanzia giuridica delle libertà individuali.

1959

Il 20 novembre, l’ONU adotta la “Dichiarazione dei diritti del bambino” in 10 punti. Il preambolo fà riferimento alla “Carta delle Nazioni Unite” e alla “Dichiarazione dei diritti dell'uomo” del 1948. Stipula che il bambino, a causa della sua mancanza di maturità fisica e intellettuale, necessita protezione e cure speciali. Però, non è che una Dichiarazione. Enuncia dei princípi, esprime delle aspettative, traccia un quadro di riferimento, senza peraltro obbligare nessuno a conformarvisi. È a partire da quest'anno che si instaura la “Giornata internazionale dei diritti del bambino”.

1966

I “Patti relativi ai diritti economici, sociali e culturali e ai diritti civili e politici” completano l'arsenale giuridico internazionale. Diversi punti concernono direttamente i bambini.

1973

La “Convenzione 138” del BIT sull'età minima d'ammissione ad un posto di lavoro mette l'accento sulla necessità di dare al bambino le conoscenze che gli permetteranno di riempire nel futuro il suo ruolo nella società e di proteggere il suo sviluppo fisico, intellettuale e morale.

1979

È l'anno internazionale del bambino. L'Organizzazione delle Nazioni Unite esamina un progetto di “Convenzione sui diritti dell’infanzia” proposta dalla Pologna e nomina un Gruppo di lavoro incaricato di redigere un testo finale.

1985

Le “Regole Minime delle Nazioni Unite” concernono l'amministrazione della giustizia per i minorenni : le “Regole di Bejing” danno agli Stati delle linee direttrici per far sí che si tenga conto della protezione dei diritti del bambino ed il rispetto dei suoi bisogni durante l'elaborazione dei sistemi di giustizia per minorenni.

1989

Il 20 novembre, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adotta a New York la “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia” in 54 articoli. Si propone agli Stati del mondo intero di firmarla, poi di ratificarla.

1990

La “Convenzione sui diritti dell’infanzia” entra in vigore, e diventa dunque un testo giuridico astringente per tutti i paesi che vi aderiscono. L'ottavo “Congresso delle Nazioni Unite per la prevenzione del crimine e dei trattamenti dei delinquenti” a L'Avana dà alla luce due importanti risoluzioni relative al fenomeno della delinquenza giovanile : i “Princípi direttivi per la prevenzione della delinquenza giovanile” e le “Regole per la protezione dei minorenni privati di libertà”.

1993

La “Convenzione de L'Aia sulla cooperazione e la protezione dei bambini in materia d'adozione internazionale” è adottata il 10 maggio. Questa Convenzione non è destinata a creare dei nuovi diritti per i bambini, bensí a organizzare la cooperazione tra gli Stati che sono implicati nei casi di adozione internazionale.

1999

La “Convenzione dell'Organizzazione del lavoro” (OIT), concernente le peggiori forme di lavoro dei bambini ha per obiettivo d'eliminare lo sfruttamento dei fanciulli nel mondo del lavoro. 250 millioni di bambini tra i 5 e i 14 anni lavorano, ovunque nel mondo. Si stima che tra questi, 80 millioni siano obbligati ad eseguire dei lavori terribili soprattutto nelle attività agricole e domestiche.

2000

L’adozione del “Protocollo facoltativo sui bambini soldati” dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite rafforza la protezione di questi bambini particolarmente vulnerabili, soprattutto aumentando l'età minima per poter partecipare ai conflitti armati a 18 anni.

2001

Il “Protocollo facoltativo concernente la vendita di bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia che mette in scena dei bambini” è adottata ed entrerà in vigore nel febbraio 2002. Il “Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale di bambini a scopi commerciali” ha luogo a Yokohama in Giappone.

2002

A New York, al seggio delle Nazioni Unite, il “Vertice mondiale per i bambini” fà il punto sui progressi intrappresi questi ultimi anni e si ingaggia di nuovo a far progredire i diritti del bambino ovunque nel mondo.













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